Orecchio assoluto e canto : esercizi
Ecco alcune testimonianze e riflessioni di visitatori del sito che espongono la loro esperienza riguardo all’orecchio assoluto ed all’ear training.
Io sono uno di quei “fortunati possessori”, do la mia testimonianza ma non prendetela come legge assoluta. La mia scoperta risale all’età di 6 anni, quando mi regalarono una meravigliosa Bontempi monofonica a 2 ottave e mezza per mio compleanno. Dopo esserci stato attaccato un paio d’ore sapevo suonarmi tanti auguri da solo… occhi dei miei genitori fuori dalle orbite… Il mio trucco è stato questo: inconsciamente avevo associato al MI di per elisa (contenuto in quella tastiera), così come a quello della primavera di Vivaldi (che mio padre ascoltava in continuazione), il centro del mio universo uditivo; dopodiché ho calibrato le distanze con facilità ed assimilato tutte le note, giudicando semplicemente dalla distanza. Tuttora, quando nessuno sa prendere un intonazione perché non vi sono riferimenti a disposizione e mi chiedono “qual è il LA?” io prima conto nella mia testa MI FA# SOL# LA! Proprio perché il mio “frequenzimetro” è tarato sul MI. Ma se si tratta di riconoscere una nota o un accordo è chiaro che non ne ho bisogno, dopo quasi 20 anni di allenamento.
Esercizi e consigli per orecchio assoluto
Paolo, qui mi potrai liberamente smentire, il mio parere è: createvi un riferimento, che può essere la prima o l’ultima nota della vostra canzone, sinfonia, opera preferita e imparate a riconoscere se ciò che sentite che è diverso dal riferimento che state pensando senza farvi influenzare! Più è radicata la vostra certezza, più facilmente riconoscerete il colore delle altre note. In pratica: non si può distinguere il bianco dal nero se non si ha idea di cosa sia almeno uno dei due, per non parlare di tutte le sfumature che stanno in mezzo! Proprio per questo dedico sempre parte della lezione all’ear training e quasi tutti miei allievi di piano (5 – 17 anni) dopo un annetto sanno con certezza che gli sto suonando un DO. All’inizio del corso glielo faccio riconoscere a lezione appena cominciata, perciò senza alcun riferimento: faccio una faccia come per dire “questo ?ovviamente un…è ” e loro rispondono DO. Un metodo tanto scemo quanto efficace… Dopo di che al contrario, passo a chiedere se quello che sto suonando è o in un arco di scelta sempre più ampio. Conclusione: l’orecchio assoluto è bello ma, cosa non da poco, quando si trasporta un pezzo in altre tonalità mi sembra un incubo!! Fatemi sapere cosa ne pensate! Complimenti per tutte le pagine di questo bellissimo sito e a presto.
Riferimento per l’orecchio
Grazie Alessandro per l’utilissimo post. Molti, come hai detto, riconoscono le note associandole all’inizio o ad una parte di una canzone a loro nota. Altri memorizzano bene il colore e suono di una nota e fanno riferimento a quella per riconoscere le altre. Sono tutti validi esercizi e tecniche per sviluppare la capacità di riconoscere le note. Molti arrivano, poi a riconoscere le note senza riferimenti, ma solo dal loro colore assoluto.
Esercizi orecchio assoluto
Il Mi bemolle come dice Burge nel suo corso ha un suono ben diverso dal Fa diesis. Ascoltate bene la differenza: il mi bemolle è più cupo e malinconico, mentre il fa diesis è più acceso o brillante. Associate ogni nota ad un colore, ad una personalità ad una emozione, o a qualsiasi cosa vi ricorda il suo ascolto o percezione. Riuscire a distinguere queste sfumature mette in gioco delle aree del cervello (lobo temporale) dedicate alla percezione dei colori, all’immaginazione…Si tratta di aree dell’emisfero destro. In parole povere, coloro che hanno l’orecchio assoluto, (1% dei musicisti) ascoltano in modo diverso, in maniera profonda, verticale, entrano nel suono. L’orecchio relativo ha invece un ascolto orizzontale, relazionando una nota all’altra. Ambedue sono importanti, non solo l’orecchio assoluto. Esercizio molto utile: esercitatevi a riconoscere le note in riferimento al do. Suonate il do, poi una nota, riconoscetela e risuonate il do. Poi un’altra nota e così via. Ciao e grazie Alessandro.