Terzo suono di Giuseppe Tartini
Il violinista Giuseppe Tartini (Pirano,1692 – Padova, 1770) formulò la teoria del suono risultante o di combinazione: è un terzo suono che si ottiene suonando un bicordo consonante su uno strumento ad arco; ed è sempre più grave, perché il numero delle sue vibrazioni è pari alla differenza delle frequenze dei due suoni primari. Il violinista pubblicò la sua teoria nel 1754 a Padova, nel “Trattato di musica secondo la vera scienza dell’armonia”; ma pare che la scoperta fu dell’organista Sorge nel 1740. In seguito, Hermann Von Helmholtz (nato a Potsdam nel 1821 e morto a Berlino nel 1894), fisico e fisiologo tedesco,approfondì l’argomento, e lo definì “suono differenziale” o addizionale.
Il terzo suono di Tartini
Affinché l’orecchio possa percepire questo suono, è necessario che i suoni del bicordo producano onde sonore molto ampie, ed occorre una differenza, tra questi due, di almeno 30 vibrazioni al secondo. Suoni risultanti consonanti (di primo ordine):
Intervallo Rapporti di vibrazione Differenza di vibrazioni Suono risultante (in rapporto al più grave dei due suoni primari) ottava 1:2 1 unisono Quinta 2:3 1 ottava quarta 3:4 1 dodicesima Terza maggiore 4:5 1 Seconda ottava Terza minore 5:6 1 Seconda ottava più terza maggiore Sesta maggiore 3:5 2 quinta Sesta minore 5:8 3 Sesta maggiore
Suoni addizionali | Giuseppe Tartini | Hermann von Helmholtz
I suoni risultanti sono suoni reali; per cui, a loro volta, possono produrre nuovi suoni di 2°, 3°,4°, e così via: ordine, che man mano, diventano sempre più deboli. Hermann von Helmholtz sostenne l’esistenza anche dei suoni differenziali “addizionali”, cioè quelli che si ottengono sommando le frequenze dei due suoni primari; e sono poco percettibili all’orecchio. I suoni risultanti hanno grandissima importanza nella costruzione dell’organo,e oggi vengono applicati anche nelle telecomunicazioni.Articolo di Enza Puca
I realtà il “vero ” terzo suono di Tartini non corrisponde alle differenze tra le due frequenze fi e f2 dei suoni primari come riportato comunemente . Si tratta invece della differenza 2f1-f2 , come risulta dall’analisi degli intervalli e del terzi suoni risultanti che si possono leggere nel libro di Tartini “Trattato di musica secondo la vera scienza dell’armonia”; Questo terzo suono è prodotto dalla distorsione della coclea.
Tengo a precisare che il terzo suono è prodotto da fenomeni fisici non lineari determinati dalla cassa armonica del violino per cui analizzatori di spettri acustici lo rilevano prima del momento percettivo e quindi la coclea ha un ruolo decisamente marginale . E’ vero che come sostiene lei in alcuni casi segnalati da Tartini nel trattato il terzo suono è prodotto da 2f1 – f2 ma solo per le seste minori naturali ( 8/5 ) e quarte naturali ( 4/3 ) . Si veda il Saggio ” I suoni di combinazione ed il terzo suono di Tartini ” ISBN 9788865284582
Giovanni , lei ha parzialmente ragione . Il terzo suono che spesso Tartini indica nel suo trattato non è prodotto dalla distorsione della coclea come lei sostiene bensi dal fatto che a determinarlo sono gli armonici dei fondamentali costituenti il bicordo che si combinano . Terzi suoni che possono essere evidenziati anche con una semplice analisi spettroscopica caso in cui l’orecchio e la coclea non hanno nessuna rilevanza . Ho pubblicato di recente il Saggio ” I suoni di combinazione ed il terzo suono di Tartini : Fisica Storia e Musica ” Edizioni Il Campano . Può vedere in rete la sinossi del lavoro cui ho dedicato una ventina di anni ,Cordialità claudio bini